I perché di un archivio

Un nuovo archivio prevalentemente cartaceo nel millennio che ha santificato il digitale e l’impalpabilità delle differenti forme di conoscenza e di cultura? Sì, esatto. Ma il nostro non è solo un archivio di conservazione, è qualcosa di più, come del tutto particolare è Roberto Marini che l’ha immaginato molto tempo fa e realizzato più recentemente, nel 2018.

Già nel 1943, a tredici anni non ancora compiuti, Marini comincia a costruire la sua idea di un luogo che conservi i ‘supporti’ nei quali vengono fissati e immobilizzati i disegni, le idee, le storie, le figurine e le immagini fino a quel momento raccolte. L’idea prende forma anche nell’agendina di quell’anno, dove vengono sottolineati avvenimenti come il 25 luglio e il 23 ottobre che rappresenteranno, per l’Italia e per Pistoia, date importanti per il cambiamento radicale degli assetti politici e culturali. L’idea si sviluppa nell’elenco di libri di Emilio Salgari, anch’essi trascritti nell’agendina e oggi archiviati e catalogati con metodi moderni, l’impianto progettuale prende vita e già in embrione comincia a intravedersi la futura realizzazione dell’Archivio oggi noto con il nome del suo fondatore. Al nome ‘Roberto Marini’ il fondatore ha voluto aggiungere ‘Oltre il Secolo Breve’, con un chiaro riferimento allo storico Eric Hobsbawm, dal quale prende spunto sia il metodo analitico degli avvenimenti che il periodo storico in cui si colloca gran parte del materiale conservato in Archivio, composto tuttavia anche da documenti precedenti al 1914 e successivi al 1991.

Ma cos’ha di particolare l’Archivio ‘Roberto Marini ‘Oltre il Secolo Breve’? Molto. Intanto, come abbiamo accennato, si sviluppa a partire dall’idea di un giovane pistoiese nato in pieno ventennio fascista e che forse proprio per questo, appena l’adolescenza prende il sopravvento, comincia a porsi domande, a chiedersi se l’unica posizione ufficiale divulgata dal regime sia compatibile con il suo pensiero e con i suoi intenti. Il 1943 si presenta come l’occasione di cambiamento: seppur troppo giovane per entrare nella Resistenza, Marini svolge più volte la funzione di ‘staffetta’, portando cibo e vettovaglie ai partigiani, a coloro che si nascondevano perché avevano rifiutato di entrare nella Repubblica di Salò o agli antifascisti rifugiati nelle ‘Piagge’, i terrazzamenti creati per far crescere le viti nei dintorni di Casalguidi.

Finita la guerra, Marini inizia ad acquistare e conservare le poche pubblicazioni italiane esistenti all’epoca e anche i periodici editi in italiano dagli Alleati. Da qui parte un percorso comparativo, diretto a conoscere idee e avvenimenti fino a quel momento ignorati, che si sviluppa cercando e procurandosi molteplici pubblicazioni cartacee. Alla lettura si affianca l’ascolto: nella seconda metà degli anni ‘40, Marini scopre la radio e si appassiona alle molte trasmissioni, in particolare a quelle che arrivavano direttamente dagli Stati Uniti d’America. Con la radio arriva il jazz e con esso, come racconta Marini, la scoperta della fantasia e la consapevolezza che finalmente è possibile e consentito pensarla diversamente dagli altri. Si precisa pian piano il carattere ‘illuminista’ di Marini, che si concretizza nella volontà di mettere in pratica una forma del tutto simile all’enciclopedismo, raccogliendo materiali plurali, che presentano la società nella sua complessità e rendono conto di tutte le tendenze politiche e culturali. Il cardine attorno al quale ruota tutta l’impalcatura di quello che decenni più tardi diverrà un vero e proprio Archivio è l’antiautoritarismo, applicato alla storia del fascismo come a quella dello stalinismo.

È dosando sapientemente questi ingredienti che Marini – armato di una curiosità insaziabile e di un’inarrestabile attrazione verso tutto ciò che è nuovo e moderno – seleziona il materiale che andrà a costituire l’Archivio: decine di migliaia tra libri, riviste, volantini, manifesti, stampe di articoli da internet, bobine Geloso, lp, 45 giri, cd, audiocassette, videocassette. A questi ‘elementi’ si aggiungono tutti i supporti per usufruire di quanto prodotto: mangiadischi, giradischi, piastre di registrazione, lettori cd e dvd, walkman, radio di vario formato, televisioni, registratori, computer e ancora molto altro.

L’Archivio rappresenta dunque una sorta di ‘Arca di Noè’ poliedrica, dove non c’è spazio per le nostalgie del tempo che fu ma al contrario prevale un’attenzione estrema verso tutto ciò che la tecnologia può esprimere di nuovo, con l’intento di aprire nuove strade per accrescere la conoscenza e la cultura, e questa conoscenza – aspetto fondamentale – dev’essere sempre orientata a migliorare le condizioni del genere umano.

Con la realizzazione dell’Archivio gli obiettivi perseguiti da Roberto Marini per quasi ottant’anni hanno trovato linfa nuova e soprattutto un’ottima occasione di divulgazione e valorizzazione.

L’Archivio è costituito da due locali piuttosto grandi in cui viene conservato il materiale e vengono organizzate attività per la divulgazione e la valorizzazione del materiale in esso contenuto. La presenza di due vetrine – un tempo utilizzate per esporre giocattoli dal negozio di articoli per l’infanzia che per anni ha occupato i locali – consente di mostrare, mensilmente, il materiale conservato negli scaffali, che altrimenti non potrebbe essere visionato da un grande numero di persone che invece adesso si soffermano per osservare il materiale rappresentativo dei ‘mesiversari’. Un nuovo strumento che ancora una volta assume il ruolo di una catapulta diretta a rilanciare, organizzando eventi legati agli appuntamenti mensili, attraverso i quali poter prendere in esame avvenimenti storici, musicali, cinematografici o di costume. E ancora, i curiosi delle vetrine – che spesso si sono trasformati in spettatori di conferenze o di piccoli concerti o di proiezioni cinematografiche – diventano soggetti attivi proponendo nuove iniziative che si caratterizzano come occasioni in cui sono loro i protagonisti che si mettono in gioco, spinti a volte soltanto dal desiderio di “parlare con gli altri”.

Questo continuo saltellare tra diverse attività ci ha distratti finora da quello che invece gli esperti consigliano di allestire quanto prima, per far conoscere l’attività che si intende promuovere: un sito internet.

Ed ecco quindi, a quasi tre anni dall’apertura, che l’Archivio si dota finalmente di un proprio sito internet – proprio quello che state in questo momento consultando – con l’intento di favorire la conoscenza di questo strano e multiforme contenitore di cultura.

In fondo l’obiettivo di Roberto Marini è sempre stato quello di diffondere e divulgare la conoscenza, intesa in senso plurale e utilizzando una miriade di forme, promuovendo il confronto fra le persone, mettendo a disposizione documentazioni spesso assai rare, re-insegnando a prendersi cura di supporti come possono essere un vinile o un settimanale degli anni ‘50. Tutto questo non si può fare con il materiale abnorme ma impalpabile che si trova su internet. Si può fare invece con profitto quando si ha di fronte un archivio composto da materiali fisici. Nei due anni e mezzo successivi all’apertura dell’Archivio si sono avvicinate sempre più persone, che consultano questo materiale e da questo prendono spunto per incontri e discussioni, per organizzare qualche attività ‘dal vivo’, dimenticando per qualche istante i social network, riflettendo tanto per fare un esempio sulla Costituzione italiana o sulla più lontana ma sempre attuale Rivoluzione francese.

E siamo convinti che tutto questo non sia che l’inizio. Ce n’est qu‘un début…

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